Ti dò un tema fatto da me per la scuola qualche giorno fa sul confronto tra Achill ed Ettore. Ci ho messo 2 ore, quindi credo sia molto completo. Ti voglio solo assicurare che è fatto da me e non è preso da google, quoi controllare. Eccotelo, spero ti piaccia.
IL TEMA DELLA PACE NEL POEMA DAL VALORE GUERRIERO
L’ira è la prima parola dell’Iliade, il tema principale del racconto e il motivo che dà l’avvio alla vicenda. Tutto il poema è segnato dall’ira di Achille: questa condiziona tutte le scelte dell’eroe acheo. Omero evidenzia, attraverso in confronto con Ettore, che l’ira irrazionale di Achille è segno di primitivismo: Ettore ed Achille sono rispettivamente il simbolo della civiltà e delle barbarie. Ettore chiede il rispetto della dignità morale ed umana, Achille non vuole sentire ragione ma, al contrario, vuole soltanto dare sfogo alla sua sanguinosa vendetta; Achille rappresenta la civiltà umana prima dell’Iliade, Ettore quella che proprio il poema vuole affermare; Achille è l’immagine di una cultura di guerra, Ettore quella di una cultura di pace. Ed è proprio l’immensa differenza tra i due che segna gli episodi del poema.
Lo scrittore Alessandro Baricco, autore di una riscrittura in prosa dell’Iliade, sottolinea che il poema celebra i valori bellicosi della società greca, tuttavia li mette in dubbio davanti alla pace, un ideale universalmente riconosciuto e pertanto non trascurabile.
Persino Achille, il guerriero più valoroso e crudele degli achei, riconosce che la vita è il bene più prezioso concesso agli uomini e nemmeno i doni più pregiati della terra potranno mai compensarla. Di fronte a queste parole, potremmo definire Achille un uomo saggio, tuttavia diremmo una sciocchezza, poiché egli agisce di istinto e la sua migliore capacità è togliere vite. Si pensi all’episodio della morte di Patroclo, suo fidato amico. Patroclo chiede ad Achille di lasciarlo andare a combattere con le sue armi al comando dei Mirmidoni. L’eroe acconsente, ma gli raccomanda di non affrontare Ettore, poiché teme la sorte del giovane. Patroclo porta scompiglio tra i troiani che lo credono Achille. Ettore, però, con l’aiuto del dio Apollo, scopre la vera identità dell’acheo e lo uccide. Questo avvenimento sconvolge Achille e gli procura un dolore che lo perseguiterà fino alla fine del poema. Ed ecco l’ira, già presente precedentemente nel litigio tra Achille e Agamennone.
Se, da una parte, l’ira aumenta sempre di più, dall’altra emerge un profondo sentimento d’amore. Ettore si dirige verso le porte Scee, per incontrare la sua amata Andromaca ed il suo piccolo Astianatte (che lui chiama Schamandrio). Andromaca, consapevole del destino del consorte, lo supplica di non prendere parte al combattimento. Gli dichiara il suo amore, dicendogli che egli è per lei padre, madre e fratello, i quali ha perso per opera di Achille. Lo definisce il suo sposo fiorente, che lei ama e non vorrebbe perdere sul campo di battaglia, anch’egli per opera del Pelide. Ettore è consapevole delle parole della moglie e ricambia i suoi sentimenti, tuttavia le spiega che il suo destino è quello di combattere per la patria come primo difensore fra i troiani. Infine, tende le braccia al figlio, lo solleva tra le braccia, lo bacia e prega gli dei perché avesse una gloria maggiore di quella del padre. In questa scena, emergono sia i sentimenti femminili, che il senso di onore dell’eroe.
Un altro episodio fondamentale è narrato nell’ultimo canto: l’incontro tra Achille Priamo, dopo la morte di Ettore. Achille, dopo aver ucciso il figlio maggiore del vecchio re troiano, strazia il suo corpo e lo trascina nella polvere davanti alla mura di *****. Priamo, addolorato dalla morte di Ettore, viene aiutato da Zeus a raggiungere la tenda di Achille per chiedergli la restituzione del corpo. L’eroe, dinanzi a quel vecchio supplicante, si intenerisce, lo conforta e, improvvisamente, cambia la sua visione della vita: da violento e istintivo a saggio e comprensivo. Infine, Achille scioglie il suo cuore di ferro e restituisce a Priamo il corpo di Ettore, dopo averlo lavato e profumato, e concede ai Troiani dodici giorni di tregua per le onoranze funebri. Il cammino di Achille è quello che trasforma l’ira in saggezza, la guerra in pace, l’odio in amore, ma soprattutto la morte in vita.