Domanda:
Parafrasi Pezzo dell'iliade 10 PUNTI!?
anonymous
2009-10-29 15:52:51 UTC
Ciao a tutti mi servirebbe la prafrasi fino al verso 54 dell'iliade, grazie a chi lo faà e ovviamente 10 punti!!!!!!


Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.
Degli Achivi era Crise alle veloci
prore venuto a riscattar la figlia
con molto prezzo. In man le bende avea,
e l'aureo scettro dell'arciero Apollo:
e agli Achei tutti supplicando, e in prima
ai due supremi condottieri Atridi:
O Atridi, ei disse, o coturnati Achei,
gl'immortali del cielo abitatori
concedanvi espugnar la Prïameia
cittade, e salvi al patrio suol tornarvi.
Deh mi sciogliete la diletta figlia,
ricevetene il prezzo, e il saettante
figlio di Giove rispettate. - Al prego
tutti acclamâr: doversi il sacerdote
riverire, e accettar le ricche offerte.
Ma la proposta al cor d'Agamennóne
non talentando, in guise aspre il superbo
accommiatollo, e minaccioso aggiunse:
Vecchio, non far che presso a queste navi
ned or né poscia più ti colga io mai;
ché forse nulla ti varrà lo scettro
né l'infula del Dio. Franca non fia
costei, se lungi dalla patria, in Argo,
nella nostra magion pria non la sfiori
vecchiezza, all'opra delle spole intenta,
e a parte assunta del regal mio letto.
Or va, né m'irritar, se salvo ir brami.
Impaurissi il vecchio, ed al comando
obbedì. Taciturno incamminossi
del risonante mar lungo la riva;
e in disparte venuto, al santo Apollo
di Latona figliuol, fe' questo prego:
Dio dall'arco d'argento, o tu che Crisa
proteggi e l'alma Cilla, e sei di Tènedo
possente imperador, Smintèo, deh m'odi.
Se di serti devoti unqua il leggiadro
tuo delubro adornai, se di giovenchi
e di caprette io t'arsi i fianchi opimi,
questo voto m'adempi; il pianto mio
paghino i Greci per le tue saette.
Tre risposte:
anonymous
2009-10-29 16:00:12 UTC
Cantami, o dea, la rabbia ostinata di Achille, figlio di Peleo, che recò agli Achei dolori senza fine: spedì giù ad Ade un gran numero di prodi guerrieri, e lasciava i loro corpi in balia di cani e uccelli. Veniva così compiuta la volontà di Zeus, fin da quando si scontrarono e si divisero da nemici l'Atride (Agamennone) e il divino Achille. Ma quale dio li spinse a combattere con violenza? Fu il figlio di Latona e di Zeus. Apollo, arrabbiato con il re, fece diffondere una pestilenza maligna, dove morivano via via i combattenti, perché Agamennone (l'Atride) non rendeva onore a Crise il sacerdote. Egli era venuto alle veloci navi degli Achei: voleva liberare sua figlia e si portava un infinito riscatto. Con la mano reggeva le sacre bende di Apollo, avvolte in cima allo scettro d'oro, e supplicava tutti gli Achei, in particolare i due Atridi, dicendo: «Atridi, e anche tutti voi, vi concedano gli dei che hanno le case sull'Olimpo, di distruggere la città di Priamo e di fare un felice ritorno in patria. Ma voi liberate la mia cara figlia e accettate il riscatto, per rispetto e venerazione verso il figlio di Zeus, Apollo.»

Allora tutti gli altri Achei approvarono e, onorando il sacerdote, volevano prendere quel riscatto. Ma in fondo la cosa non piaceva ad Agamennone, figlio di Atreo, anzi lo scacciò via in malo modo e gli comandò duramente: «Bada, vecchio, che non ti trovi nei pressi delle navi, né oggi, né un domani; ti avviso: non ti servirebbe lo scettro con la benda del dio. Non libererò tua figlia: prima che lo farò invecchierà nel nostro palazzo, in Argo, lontano dalla patria, tra le faccende del telaio e gli incontri nel mio letto. Ma tu vattene, non mi far arrabbiare, se vuoi tornar sano e salvo!»

Disse così. Il vecchio si impaurì e obbedì al comando, e se ne andò silenziosamente lungo la riva del mare in tempesta. Poi, però, allontanatosi, pregò Apollo, figlio di Latona dai bei capelli.

«Se ti ho mai innalzato un tempio o se ti ho offerto cosce grasse di tori o di capre, ascoltami, o dio dall'arco d'argento, che proteggi la città di Crisa e la santa Cilla, regni sovrano su Tenedo, o Sminteo, portami a compimento questo voto: fa’ scontare, ai Danai, le mie lacrime con i tuoi dardi!»

Così diceva pregando: e Febo Apollo lo ascoltò.

Scese giù dalle vette dell'Olimpo profondamente offeso, portando l'arco e la faretra ben chiusa. Le frecce tintinnavano quando si muoveva, egli sembrava la notte. Si mise distante dalle navi e scoccò una freccia, e un orrendo ronzio venne dall'arco d'argento. Prima colpì i muli e i veloci cani, poi mirò agli uomini e tirava le frecce appuntite e li colpiva; venivano continuamente bruciati i corpi dei tanti morti.





10 puntiiiii..???
anonymous
2009-10-29 22:56:18 UTC
a quest'ora nemmeno se mi prometti di farmi vincere win for life
anonymous
2009-10-29 22:59:57 UTC
http://www.babeleweb.net/default.asp?par=114


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