spero che ti vado bene:
Le motivazioni intrinseche
La curiosità fa parte del più ampio settore di studio sulle motivazioni intrinseche ovvero quelle motivazioni e comportamenti che producono una soddisfazione intrinseca non legata ad una ricompensa esterna. Un altro esempio di motivazione intrinseca è la motivazione al successo (achievement motivation) cioè il bisogno di darsi e di raggiungere obiettivi sfidanti perché difficili, impegnativi o innovativi, ma comunque realisticamente alla portata del soggetto. Poi c’è una motivazione intrinseca che riguarda il saper fare qualcosa indipendentemente dal grado di bravura. La soddisfazione deriva dal saper fare quel qualcosa e dal farlo senza rinforzo esterno. White ha introdotto il termine effectance per indicare l'aspetto motivazionale della competenza. (White, R. W. (1959). Motivation reconsidered: The concept of competence. Psychological Review, 66 (5), 297-331.). Questo tipo di motivazione necessita che il sistema sia in grado di percepire il proprio grado di abilità, e l'abilità è un concetto altamente astratto e indefinito che comporta grossi problemi in termini modellistici.
Cos’è la motivazione intrinseca ?
La motivazione intrinseca è uno stato di attivazione e di soddisfazione che deriva dall’esecuzione di una particolare azione o comportamento più che dalle conseguenze del comportamento/azione. In questo caso diciamo che il rinforzo è intrinseco all’azione. L’azione non è più un mezzo per ottenere un rinforzo ma è rinforzante di per se. Un tipico caso di motivazione estrinseca invece è quello in cui un deficit di qualche tipo attiva la motivazione che a sua volta produce un comportamento orientato al raggiungimento di un goal che ha come conseguenza la riduzione del deficit. Nel caso della motivazione estrinseca possiamo dire che nel raggiungimento del goal per il soddisfacimento del bisogno l’azione o il compito svolto vengono rinforzati.
Bisogno, motivazione, goal, azione e rinforzo
Goal, motivazione e azione sono quindi le componenti chiave nel comportamento motivato. La catena può essere riassunta cosi :
un bisogno genera la motivazione
La motivazione genera un goal
il goal genera la pianificazione di un comportamento
l’attuazione del comportamento porta al raggiungimento del goal che tipicamente è la soddisfazione del bisogno iniziale.
Questo è lo schema completo di alto livello che descrive lo stadio finale di un comportamento evoluto. Se volessimo rappresentare il comportamento primordiale di un organismo diremmo che un bisogno fa nascere una motivazione che, nella peggiore delle condizioni, non è direttamente collegata ad un goal e tanto meno ad un piano d’azione per il raggiungimento del goal stesso. In queste condizioni in cui non si ha un piano d’azione, il raggiungimento casuale della condizione di soddisfacimento porta al rinforzo del comportamento associato. Nel caso della pianificazione, invece probabilmente non c’è nessun rinforzo. Ho il bisogno, so qual è il goal e so qual’è il comportamento associato. Attuo il comportamento giusto e raggiungo il goal.
La curiosità come motivazione intrinseca
La curiosità è un chiaro esempio di motivazione intrinseca cioè di condizione gratificante di per se. Nella motivazione intrinseca è difficile stabilire la differenza tra goal e azione/comportamento per raggiungerlo perché la soddisfazione è contestuale all’attuazione di un particolare comportamento. Questo non significa che il comportamento non sia direzionato al raggiungimento di uno scopo, ma quello scopo non è rappresentativo della motivazione ma piuttosto è un goal contestuale relativo cioè a quel particolare contesto in cui si manifesta la motivazione intrinseca. Esempio. Supponiamo che vedo una casa dall’architettura strana che desta la mia curiosità ovvero attiva uno stato motivazioinale che ha varie conseguenze. Ad esempio, ad un certo punto noto che non c’è la porta di entrata. A questo punto il mio goal diventa cercare la porta di entrata ma non posso certo dire che il goal della curiosità è cercare la porta di entrata di una casa. Posso dire che la curiosità genera dei subgoal il cui raggiungimento può dare un certo grado di soddisfazione. Probabilmente, però, una volta trovata la porta di questa strana abitazione vado alla ricerca di altri aspetti curiosi da osservare, che contrastano con le mie conoscenze. In questo caso quindi la curiosità deriva da un mismatch tra la struttura dell'input e la struttura delle mie conoscenze.
Teoria fisiologica della curiosità
Alcune teorie fisiologiche spiegano la curiosità come un meccanismo che tende ad ottenere un livello ottimale di stimolazione, ovvero quando ci sono pochi stimoli l’organismo cerca situazioni ricche di stimoli e quindi si attiva un comportamento esplorativo.