Mi serve la parafrasi di polifemo per domaniiiiiii?
Lady.fra
2009-03-29 02:23:43 UTC
Il poema è tratto dal Libro IX, vv 181-198, 216-305; 354-414; 437-467; la parafrasi inizia così quando dunque arrivammo alla terra vicina,ecc ecc ecc... a me serve solo dal verso 181 al 230...
pleaseeeee.... aiutatemi..mi serve x dmn...=)
grazieee in anticipooo!!!
Una risposta:
giuliakilla
2009-03-29 02:50:09 UTC
Successivamente Polifemo mise contro la porta della caverna un macigno , l alzò sebbene fosse molto pesante. Il macigno che mise contro la porta era talmente pesante che neanche ventidue carri a quattro ruote avrebbero potuto spostarlo,in seguito si mise seduto a mungere le pecore belanti mettendo sotto ad ognuna un piccolo appena nato. Quindi metà del latte lo fece rapprendere e la mise nei cesti di vimini e l’ altra meta la mise nei recipienti per berla durante la sera accese il fuoco e vedendoci ci disse: “O stranieri chi siete? Da dove venite?O siete forse pirati che rischiano la vita per derubare i naviganti?” disse ciò, E noi provammo un grande timore sentendo la sua voce e vedendo il suo orrido volto. Ma io che come gli altri avevo paura, gli rispondemmo: “ siamo Achei partiti da ***** per tornare in patria, ma i venti contrari ci hanno impedito di tornarvi, siam giunti ad altre spiagge, ma siamo forse qui per volontà di Zeus. Siamo per nostra gloria soldati di Agamennone figlio di Atreo. La cui fama non ha eguali tra i mortali ed è così forte che distrugge città, travolse popoli e ora siamo qui da te per essere accolti e ricevere almeno uno di quei doni che spettano agli ospiti. Tu, o potente , porta rispetto agli dei noi ti preghiamo e Zeus protegge chi prega e guida sempre gli ospiti e li fa onorare”.io dissi tutto ciò e senza alcuna pietà mi rispose: “o straniero sei ingenuo come un fanciullo o vieni da lontano se mi esorti a temere gli dei e sfuggire alla loro vendetta. I ciclopi non si preoccupano ne di Zeus ne degli altri dei, perché noi siamo certamente più potenti di loro. Io non ho non avrò pietà di te e dei tuoi compagni per timore di Zeus ma solo se melo dirà il mio cuore. Ma dimmi dov’è ancorata la tua bella nave?forse nella parte di terra più lontana? Devo sperarlo” diceva ciò per trarmi in inganno. Gli risposi “Poseidone che scuote la terra distrusse la mia nave, lanciandola contro gli scogli al limite dell’isola e il vento la fece sbattere contro lo spigolo di una roccia ma noi riuscimmo a scampare alla morte” dissi ciò e non rispose e non ebbe pietà di noi. Con un balzo stese le mani sui compagni e ne afferrò due e come cuccioli li picchio a terra facendoli a pezzi. Li fece a pezzi preparando così il suo pasto come un leone che vaga per i monti, divora le sue carni con le ossa e il midollo. Noi assistemmo e piangemmo invocando Zeus
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