Una delle leggende metropolitane più diffuse, specialmente negli Stati Uniti[3], è quella del ragazzo che va in discoteca ed incontra una bellissima donna sconosciuta. Passa con lei una notte di sesso. Il mattino seguente non la trova nel letto: prova a cercarla in bagno, e sullo specchio vede la scritta, tracciata col rossetto, "Benvenuto nel mondo dell'AIDS".[4] In Italia è maggiormente diffusa la versione secondo la quale la notte di sesso viene consumata in auto, e il mattino seguente il ragazzo viene trovato svenuto nell'auto, e i medici che gli prestano i primi soccorso scoprono che gli è stato espiantato un rene.[5]
Una versione più antica e romantica, nonché diffusa in Europa, parla di una sciarpa prestata dal malcapitato giovane alla misteriosa ragazza. Il giorno dopo egli apprende dai genitori di lei che la ragazza è morta da anni, e per convincerlo gli mostrano la sua tomba (il cimitero è proprio attiguo l'abitazione), dove incredibilmente vi è apposta la sciarpa. Il giovane ovviamente impazzisce.
Tra gli esempi classici di leggenda metropolitana riportati dai media vi sono il cagnolino messicano (o dalla Romania o dalle Seychelles), un animaletto apparentemente innocuo trovato durante il viaggio, che una volta portato a casa (le dogane aeroportuali erano probabilmente in sciopero) si scopre essere un topo di fogna od una razza di roditore che mangia solo formaggio (e ha divorato il gatto di casa).[6] o l'autostoppista fantasma, una misteriosa donna che, presa a bordo, scompare nel nulla dopo avere avvisato l'autista di un pericolo, proprio nel punto si scopre poi essere morta per un incidente; in una variante invece chiede di essere riaccompagnata a casa e guida l'autista fino al cimitero.[7]
Agghiacciante in merito al contenuto è quella leggenda, diffusa soprattutto in Nord Italia, per la quale un pazzo si aggirerebbe d'estate per i parchi acquatici applicando, lungo gli scivoli delle piscine, alcune affilatissime lame da rasoio al fine di provocare dei tagli profondi e dolorosissimi alla schiena degli ignari natanti, una leggenda alimentata probabilmente da autentici fatti di cronaca come il misterioso "Jack Lametta", autore di aggressioni di alcune donne della periferia romana nel 1983, e l'inafferrabile Unabomber.[8]
Un'altra leggenda è quella secondo la quale i gestori delle piscine scioglierebbero nell'acqua dei reagenti chimici che a contatto con l'urina si colorano di rosso, individuando così il "colpevole". In realtà il fenomeno dell'"acqua rossa" si può verificare, anche nei rubinetti di casa, a causa delle vecchie tubazioni in acciaio, nelle quali si formano depositi di ruggine (soprattutto ossidi e sali di ferro) che sono poi trasportati dall'acqua.
Un'altra leggenda molto diffusa nel mondo ed assai creduta, riguarda gli alligatori nelle fogne (in particolare in quelle di New York). È vero come ogni anno questi animali vengano prima comprati, poi liberati o abbandonati, anche da piccoli, ma è altamente improbabile che riescano a sopravvivere nelle fogne.[9]
Diffusissimo in tutte le aree agricole e montane di Italia centro-settentrionale, Svizzera e Francia è il racconto del lancio di vipere da elicotteri da parte di vari soggetti quali forestale, Verdi o addirittura case farmaceutiche.[10]
In alcuni casi invece, come spesso avviene per la mitologia, vi sono leggende metropolitane che poggiano su fatti autentici. Un esempio, sempre in Italia, sono le voci che circondano il piccolo borgo di Consonno, una frazione di Olginate in provincia di Lecco, la cui popolazione è emigrata fino a trasformarlo in una vera e propria città fantasma. Le cause di questo abbandono derivano principalmente da una fallita speculazione edilizia. Le strutture deserte, ancora visibili e visitabili, continuano però ad esercitare un certo fascino e spesso vi sono giovani che, per lo più di notte, si recano a esplorarle. Di qui sono nate innumerevoli versioni sul tracollo demografico subito dal paese: alcune sostengono che la scarsa raggiungibilità del posto avrebbe spinto gli abitanti a scegliere luoghi più a contatto con il mondo; altre parlano del misterioso crollo di un ponte che univa il borgo alla strada principale della valle. A queste si sono aggiunte le immancabili dicerie di stampo metafisico e soprannaturale (fantasmi, demoni, anime dannate e così via).
In un articolo pubblicato su L'espresso del 19 agosto 1999 il giornalista Giampaolo Pansa ha riportato la leggenda metropolitana riguardo alla studentessa che, avendo scambiato, nella lettura degli appunti di una compagna, la x nel cognome di Nino Bixio come abbreviazione di per, interrogata da un professore di storia contemporanea avrebbe chiamato il garibaldino "Biperio". Pansa sostiene che la storia sia vera in quanto afferma di averla tratta dal racconto di alcuni testimoni della vicenda.[11]
Altre leggende scolastiche sono in vero delle barzellette: la studentessa esaminanda, in abiti succinti e fumatrice accanita, che viene motte