Un parallelo è una linea immaginaria utilizzata in geografia per stabilire la posizione esatta di una determinata località sulla superficie terrestre, poiché ne rileva la latitudine. I paralleli, che devono il loro nome poiché sono geometricamente paralleli all'equatore, formano sulla Terra delle circonferenze immaginarie perpendicolari all'asse terrestre, via via più piccole mano a mano che si avvicinano ai due poli terrestri.
Benché i paralleli siano infiniti, spesso si indicano quelli aventi per latitudine un numero intero di gradi con un ordinale. In tal modo i paralleli sono 180, separati dall'equatore: 90 a nord e 90 a sud. Il parallelo più lungo, equidistante dai due poli, è infatti l'equatore, che divide la Terra in due emisferi uguali, l'emisfero australe a sud, e l'emisfero boreale a nord. Altri paralleli particolari, di lunghezza sempre minore a mano a mano che si procede dall'equatore verso i poli, sono il Circolo polare artico, il Circolo polare antartico, il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno.
Attraverso i paralleli si può definire la latitudine, cioè la misura dell'angolo fra un determinato punto (preso sul proprio parallelo) e l'equatore; per questo motivo si è soliti definire la longitudine come "arco di parallelo". Non differentemente, la longitudine, cioè l'angolo tra un punto preso sul proprio meridiano e il meridiano principale di Greenwich, è detto "arco di meridiano".
Alcuni paralleli sono usati come confini arbitrari tra due stati o regioni.
Il primo studioso che elencò una serie di località poste approssimativamente alla stessa latitudine, usando così per la prima volta un parallelo, fu l'allievo di Aristotele Dicearco. L'uso di paralleli e meridiani si diffuse nel periodo ellenistico e fu reintrodotto nell'Europa moderna in seguito alla pubblicazione della Geografia di Claudio Tolomeo. L'edizione di quest'opera stampata nel 1477 a Bologna fu la prima nella quale sulle carte era disegnata la griglia di paralleli e meridiani.
In geografia, per meridiano si intende una qualsiasi circonferenza massima ottenuta dall'intersezione tra la superficie della Terra (o di un generico corpo celeste) e un ipotetico piano passante per l'asse terrestre (o, in generale, per l'asse di rotazione del corpo). Più precisamente, tale circonferenza massima si compone di due meridiani diametralmente opposti (meridiano e antimeridiano). Il meridiano 0 detto meglio Meridiano di Greenwich passa per Londra, mentre l'altra sua metà (l'antimeridiano 180°) passa per l'Oceano Pacifico.
Esistono infiniti meridiani e per ogni punto della superficie di un corpo celeste (ad eccezione dei poli) passa uno e un solo meridiano, identificabile dalla longitudine corrispondente; sulla Terra, la longitudine è convenzionalmente misurata come distanza angolare dal meridiano fondamentale di Greenwich (presso Londra).
La prima misura del meridiano terrestre può essere fatta risalire ad Eratostene di Cirene.
Il termine "meridiano" deriva dal latino meridies, che significa "mezzogiorno"; il Sole attraversa un dato meridiano terrestre a metà del periodo di tempo che va dall'alba al tramonto.
Tutti i meridiani hanno uguale lunghezza e passano per i due poli.
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