Domanda:
parafrasi di pensier in pensier di monte in monte ?!?
ilmikes
2009-04-19 11:54:21 UTC
potreste darmi la parafrasi di questa poesia
10punti al migliore
grazie in anticipo!
Una risposta:
Mile
2009-04-19 12:13:20 UTC
Ho trovato solo l'analisi testuale:

Questa canzone è stata definita da Fubini la «tipica canzone» di Petrarca, quella in cui il poeta, dopo varie prove, aveva trovato «la forma sua». La canzone è uno dei prodotti più elaborati della sperimentazione linguistica di Petrarca (giunta al culmine negli anni fra il 1338 e il 1345), ed è la celebrazione perfetta del mito di Laura, del paesaggio pastorale, del sentimento d'amore interiormente pensoso del poeta. Il primo verso contiene già, come in germe, tutto il componimento, sia nei suoi sviluppi tematici (l'ascesa al monte e la parallela ascesi interiore), sia nei suoi sviluppi retorici e linguistici (la bipartizione degli elementi, la simmetria, l'ampiezza ritmica dell'endecasillabo a quattro accenti). «Nel primo verso è impresso il movimento che si svolgerà in tutto il resto della canzone: una grande meditazione, la poesia del continuo passaggio da uno stato d'animo all'altro».

Fubini ha messo in rilievo lo straordinario equilibrio degli elementi sintattici, ritmici e metrici della stanza di questa canzone (che è una vera «canzone tragica», solenne e ampia, a differenza della «canzone elegiaca» di Chiare fresche e dolci acque).

A proposito del linguaggio di questa canzone, i critici hanno osservato la sobrietà stilistica (scarsa pittoricità e Scarso colorismo nelle descrizioni); i termini del paesaggio e dei moti dell'animo sono quelli essenziali: basta metterli a confronto con la descrizione naturale di Chiare fresche e dolci acque (i nomi delle cose, l'aggettivazione, i colori).

La canzone "Di pensier in pensier, di monte in monte", componimento centoventinove del Canzoniere segna una precisa cesura. Si chiude qui la serie di componimenti poetici dedicati al mito di Laura nella sezione "in vita" della donna amata dal poeta. La canzone esprime un climax all’interno della stessa raccolta. Petrarca vive una profonda scissione tra il "vagar" della mente, che lo porta a "mirar lei" (verso 35) e "Obliar" (verso 35) se stesso, e, il "vero" che "sgombra/quel dolce error" (versi 49/50). Questi sentimenti vengono rappresentati nella lirica attraverso i continui ossimori, che sembrano stabilire una lettura precisa della canzone. Il primo ossimoro è al verso 10, "turba e rasserena", che esprime il continuo mutamento del volto del poeta al seguire l’immagine di Laura. Più precisamente questo aspetto è indicato al verso 21 dove il poeta definisce il proprio vivere "dolce amaro". Ancora espressioni ossimoriche sono al verso 32 "dove s’è giunto, et onde s’è diviso" e al verso 61 "che sempre m’è sì presso e sì lontano". Ricorre inoltre nella canzone la sovrapposizione di termini come selva, selvaggio, deserto, solitario (versi 4, 14, 46, 47). Potrebbe sembrare strano che un luogo selvaggio sia anche deserto. In questo Petrarca ricorre ad un immaginario che ritroviamo anche in Dante. La "selva selvaggia" del primo Canto della Commedia diventa infatti "diserto" per bocca di Virgilio. Secondo A. Koyré, "Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione", selva e deserto rappresentano l’immagine del mondo non popolato dal genere umano. Petrarca, che sembra seguire questo immaginario, riesce a quietare la propria "alma sbigottita" (verso 6) solo lontano da "ogni segnato calle" (verso 2). Il congedo che invia "oltr’alpe" (verso 66), conduce il poeta a Laura grazie al doppio senhal ("l’aura" e "laureto" versi 69/70) che vela alla vista dei "marparlieri" (v. Cappellano) la figura della donna amata: qui il poeta vive in una sinestesia "fresco et odorifero" (verso 70) la fragranza del luogo dove l’immagine di sé si fa più serena e lieta.

La sintassi della canzone è piuttosto regolare, ma inserisce alcuni discorsi diretti con differenti funzioni. Il primo (verso 13) restituisce la vista di uno spettatore esterno, laddove al verso 26 propone l’incertezza del poeta (interrogativa), riproposta al verso 40 dove ancora una volta sembra essere presente uno spettatore (lettore).

La rima evidenzia alcuni significati interessanti. Ai versi 21/22 si propone sulle parole amaro/Amore uno scambio vocalico che rivela uno spettro semantico ricco di opposizioni; i versi 34/37 "vaga" e "s’appaga" espongono il vano "vaneggiar" della mente del poeta, che tuttavia si rasserena di fronte alla cara immagine, tanto da passare dal sospiro al respiro (versi 64-65 "sospira" e "respira"). Ricorrono nella canzone i fonemi /l/ e /r/ (es. "pensier", "monte", "alma", "pietra") che costituiscono le due liquide comprese nel nome di Laura. http://www.alepalma67.com/petrarca.htm

Davvero niente altro!











CIAO.


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