Domanda:
urgeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeente!!!!!!!!ROSSO MALPELO!!!!!!?
Luca
2010-03-11 06:32:52 UTC
-descrivi il protagonista della novella,evidenziando i suoi difetti e le sue doti,il rapporto che ha con la famiglia e con l'amico ranocchio
-delinea le condizioni di vita delle classi povere alla fine dell'800 in sicilia
-rosso malpelo è un adlescente condannato dai pregiudizi e dall'emarginazione.condividi quest'affermazione???motiva la tua risposta
Sette risposte:
Momiii
2010-03-11 06:41:08 UTC
Pubblicata per la prima volta nell'agosto 1878, la novella Rosso Malpelo entrò a far parte della raccolta Vita dei campi, che comprende altre sette novelle, tra le più famose di Verga.

Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Il narratore ci tace il suo vero nome, si limita a dire che "Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". Persino la mamma "aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo".



Il ragazzo, dunque, è vittima di un pregiudizio popolare, quello che associa i capelli rossi alla cattiveria.



Inoltre Malpelo "era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico". È la vita che conduce ad averlo ridotto così: la mamma lo trascura, la sorella si vergogna di lui. Il padre, l'unico che gli riservava una qualche forma di affetto, è morto nella stessa cava dove lavora Malpelo, sepolto da un pilastro di rena.



In seguito alla morte del padre, un dolore che lo segnerà per sempre, Malpelo coltiva un oscuro spirito di vendetta. Lavora alacremente, ma fa di tutto per meritarsi l'appellativo col quale viene chiamato: picchia il suo povero vecchio asino, è cattivo con tutti.



Sviluppa un rapporto di amore-odio per un ragazzetto arrivato da poco alla cava, Ranocchio, cui una lussazione del femore impedisce di fare il manovale, obbligandolo, invece, a lavorare sottoterra.



Malpelo lo picchia, ma gli insegna nello stesso tempo, con rabbioso affetto, le dure e feroci leggi della vita, le uniche che egli conosca: la continua lotta di tutti contro tutti e la sopravvivenza del più forte.



Un giorno colpisce Ranocchio che si accascia a terra senza più rialzarsi. Il ragazzo è gravemente malato di tisi e ha uno sbocco di sangue. Non è più in grado di lavorare. Malpelo, a modo suo, è disperato, lo va a trovare, gli porta del vino e della minestra, ma il ragazzo muore.



Sempre più solo, - la madre e la sorella sono nel frattempo andate a vivere altrove -, Malpelo continua la sua bestiale vita alla cava. Persino un evaso, capitato a lavorare di nascosto nella cava, preferisce tornare in prigione, reputandola meno disumana di "quella vitaccia da talpa".



A Malpelo toccano i lavori più ingrati e rischiosi, tanto non ha famiglia e di lui non importa niente a nessuno. In un'audace esplorazione del sottosuolo, alla ricerca di un passaggio che colleghi a un pozzo, un giorno Malpelo sparisce, portando con sé gli attrezzi che furono del padre, inghiottito per sempre dalla terra. E ora i ragazzi temono che il suo fantasma si aggiri per la cava, "hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".



Racconto denso, documento storico sullo sfruttamento del lavoro minorile nell'Ottocento, Rosso Malpelo ci spiega i meccanismi sociali e psicologici che possono costituire l'origine di comportamenti violenti e devianti.

Malpelo è cattivo, a volte persino crudele, ma nello stesso tempo è vittima di pregiudizi, un perseguitato, un oppresso, un ragazzo che della vita ha esperito solo gli aspetti più duri, è un reietto che vive in un deserto affettivo. Le uniche forze positive, umane che lo muovono sono, oltre all'istinto di conservazione, il ricordo e la nostalgia del padre. Grazie al ricordo del padre, che qualche volta lo carezzava, tutte le violenze subite non riescono a spegnere in lui una scintilla di umanità.



Egli odia Ranocchio per la sua debolezza, per la sua incapacità di sopravvivere in un mondo in cui vige la legge del più forte. Ma anche lo ama, perché nelle debolezze di Ranocchio, scorge le proprie e perché, nonostante cerchi di indurirsi il cuore per meglio proteggersi dall'aggressione del mondo esterno, non riesce a soffocare la pietà e la partecipazione nei confronti della sofferenza.



Nel racconto di Verga, dove persino la natura e le cose inanimate mostrano un volto ostile, il lavoro assume, per le classi inferiori, i connotati di una maledizione che si tramanda di padre in figlio. Sono gli istinti elementari a muovere gli esseri viventi e fra loro vigono rapporti ispirati al semplice utilitarismo, alla strumentalizzazione gli uni degli altri.



Spero vada bene ... Ciao e grazie per qualche pt
2010-03-11 06:43:48 UTC
qui dovresti trovare tutto qll che cerchi ----> http://it.wikipedia.org/wiki/Rosso_Malpelo
2010-03-11 06:42:18 UTC
Malpelo e la gente

Malpelo si chiama in questo modo perché nato con i capelli rossi: secondo le leggende popolari

sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di

battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa lo accoglie picchiandolo assieme alla

sorella maggiore. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo

e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra

nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il

padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo

mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono

molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai

deridono il pover'uomo, lo difende.



Ranocchio

Dopo qualche tempo, nella cava della rena viene a lavorare un ragazzino, piccolo e cagionevole,

che prima faceva il manovale, ma aveva avuto un incidente per cui si era lussato il femore. Per il

modo in cui cammina, lo soprannominano Ranocchio, e immediatamente diventa oggetto di sfogo

di Malpelo, che lo tormenta in cento modi: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui

continua perché con la sua crudeltà vuole che impari a reagire. In realtà però Malpelo prova pietà

per lui, nonostante cerchi di nasconderla, e spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo

morire di fame, oppure lo aiuta coi lavori pesanti.



Il contesto storico in cui si svolge la novella è indefinito. Anche il tempo della narrazione è

indefinito, con frequenti ricorsi ad espressioni come una volta, una sera, un tempo…. Il narratore

sconvolge l’ordine naturale degli eventi, tramite l’uso di espedienti come ellissi, sommari,

digressioni e prolessi.



Il protagonista, Rosso Malpelo, viene presentato con una caratterizzazione diretta, approfondita in

seguito, indirettamente, nel rapporto con altri personaggi. Il narratore ne dà una caratterizzazione

fisica (brutto ceffo, sempre cencioso e sporco di sabbia), psicologica (torvo, ringhioso e selvatico)

e sociale (emarginato e vilipeso da tutti).Malpelo è un personaggio statico, anche se si avverte in lui il seme di un cambiamento interiore.

E’ una persona emarginata e denigrata dalla società in cui vive, chiamato così a causa dei capelli

rossi che, secondo le superstizioni dell’epoca, sono riconducibili alla sua presunta malignità e

cattiveria. Subisce violenze sia alla cava che in famiglia, dalla madre ("non aveva mai avuta una

carezza da lui, e quindi non gliene faceva mai") e dalla sorella ("gli faceva la ricevuta a

scapaccioni"). Ben tre morti scandiscono la sua "educazione sentimentale" (il padre, il Grigio e

Ranocchio). Così, divenuto "saggio", rovescia sui più deboli (Ranocchio e il Grigio), a fine

"pedagogico", la violenza che riceve dai più forti. Nonostante questo Malpelo avverte, anche se

confusamente, che c’è la possibilità di un mondo diverso, al di fuori di quello in cui vive.



Nel Sud Italia, più precisamente in Sicilia, c’erano i Carusi, bambini che lavoravano nelle miniere di zolfo e che a causa della fatica e degli stenti avevano il corpo deformato .Si chiamavano così perché facevano lo stesso lavoro degli asini,cioè portavano la roba pesante sulle spalle,alcuni di loro erano addetti ad aprire e chiudere le porte che separavano i settori della miniera.Lavoravano circa dodici ore al giorno e la notte non tornavano a casa ma dormivano nella miniera in un piccolo buco buio con poca aria. Quando uscivano, dopo diversi, giorni non riuscivano nemmeno a sopportare la luce.



I Carusi, secondo la legge, dovevano andare a lavorare nelle miniere di zolfo a dodici anni, ma chi proveniva da famiglie molto povere era costretto ad andarci prima.
2010-03-11 06:42:09 UTC
Pubblicata per la prima volta nell'agosto 1878, la novella Rosso Malpelo entrò a far parte della raccolta Vita dei campi, che comprende altre sette novelle, tra le più famose di Verga.

Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Il narratore ci tace il suo vero nome, si limita a dire che "Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". Persino la mamma "aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo".



Il ragazzo, dunque, è vittima di un pregiudizio popolare, quello che associa i capelli rossi alla cattiveria.



Inoltre Malpelo "era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico". È la vita che conduce ad averlo ridotto così: la mamma lo trascura, la sorella si vergogna di lui. Il padre, l'unico che gli riservava una qualche forma di affetto, è morto nella stessa cava dove lavora Malpelo, sepolto da un pilastro di rena.



In seguito alla morte del padre, un dolore che lo segnerà per sempre, Malpelo coltiva un oscuro spirito di vendetta. Lavora alacremente, ma fa di tutto per meritarsi l'appellativo col quale viene chiamato: picchia il suo povero vecchio asino, è cattivo con tutti.



Sviluppa un rapporto di amore-odio per un ragazzetto arrivato da poco alla cava, Ranocchio, cui una lussazione del femore impedisce di fare il manovale, obbligandolo, invece, a lavorare sottoterra.



Malpelo lo picchia, ma gli insegna nello stesso tempo, con rabbioso affetto, le dure e feroci leggi della vita, le uniche che egli conosca: la continua lotta di tutti contro tutti e la sopravvivenza del più forte.



Un giorno colpisce Ranocchio che si accascia a terra senza più rialzarsi. Il ragazzo è gravemente malato di tisi e ha uno sbocco di sangue. Non è più in grado di lavorare. Malpelo, a modo suo, è disperato, lo va a trovare, gli porta del vino e della minestra, ma il ragazzo muore.



Sempre più solo, - la madre e la sorella sono nel frattempo andate a vivere altrove -, Malpelo continua la sua bestiale vita alla cava. Persino un evaso, capitato a lavorare di nascosto nella cava, preferisce tornare in prigione, reputandola meno disumana di "quella vitaccia da talpa".



A Malpelo toccano i lavori più ingrati e rischiosi, tanto non ha famiglia e di lui non importa niente a nessuno. In un'audace esplorazione del sottosuolo, alla ricerca di un passaggio che colleghi a un pozzo, un giorno Malpelo sparisce, portando con sé gli attrezzi che furono del padre, inghiottito per sempre dalla terra. E ora i ragazzi temono che il suo fantasma si aggiri per la cava, "hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".



Racconto denso, documento storico sullo sfruttamento del lavoro minorile nell'Ottocento, Rosso Malpelo ci spiega i meccanismi sociali e psicologici che possono costituire l'origine di comportamenti violenti e devianti.

Malpelo è cattivo, a volte persino crudele, ma nello stesso tempo è vittima di pregiudizi, un perseguitato, un oppresso, un ragazzo che della vita ha esperito solo gli aspetti più duri, è un reietto che vive in un deserto affettivo. Le uniche forze positive, umane che lo muovono sono, oltre all'istinto di conservazione, il ricordo e la nostalgia del padre. Grazie al ricordo del padre, che qualche volta lo carezzava, tutte le violenze subite non riescono a spegnere in lui una scintilla di umanità.



Egli odia Ranocchio per la sua debolezza, per la sua incapacità di sopravvivere in un mondo in cui vige la legge del più forte. Ma anche lo ama, perché nelle debolezze di Ranocchio, scorge le proprie e perché, nonostante cerchi di indurirsi il cuore per meglio proteggersi dall'aggressione del mondo esterno, non riesce a soffocare la pietà e la partecipazione nei confronti della sofferenza.



Nel racconto di Verga, dove persino la natura e le cose inanimate mostrano un volto ostile, il lavoro assume, per le classi inferiori, i connotati di una maledizione che si tramanda di padre in figlio. Sono gli istinti elementari a muovere gli esseri viventi e fra loro vigono rapporti ispirati al semplice utilitarismo, alla strumentalizzazione gli uni degli altri.
2010-03-11 06:40:48 UTC
C'erca su internet io so solo che era un minatore che poi morì come so padre in miniera. Aveva i capelli rossi ed era molto povero.
?
2010-03-11 06:37:50 UTC
ma studia!!!!
TheMyhtic1985
2010-03-11 06:33:33 UTC
nn lo conosco


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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