Malpelo e la gente
Malpelo si chiama in questo modo perché nato con i capelli rossi: secondo le leggende popolari
sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di
battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa lo accoglie picchiandolo assieme alla
sorella maggiore. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo
e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra
nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il
padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo
mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono
molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai
deridono il pover'uomo, lo difende.
Ranocchio
Dopo qualche tempo, nella cava della rena viene a lavorare un ragazzino, piccolo e cagionevole,
che prima faceva il manovale, ma aveva avuto un incidente per cui si era lussato il femore. Per il
modo in cui cammina, lo soprannominano Ranocchio, e immediatamente diventa oggetto di sfogo
di Malpelo, che lo tormenta in cento modi: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui
continua perché con la sua crudeltà vuole che impari a reagire. In realtà però Malpelo prova pietÃ
per lui, nonostante cerchi di nasconderla, e spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo
morire di fame, oppure lo aiuta coi lavori pesanti.
Il contesto storico in cui si svolge la novella è indefinito. Anche il tempo della narrazione è
indefinito, con frequenti ricorsi ad espressioni come una volta, una sera, un tempo…. Il narratore
sconvolge l’ordine naturale degli eventi, tramite l’uso di espedienti come ellissi, sommari,
digressioni e prolessi.
Il protagonista, Rosso Malpelo, viene presentato con una caratterizzazione diretta, approfondita in
seguito, indirettamente, nel rapporto con altri personaggi. Il narratore ne dà una caratterizzazione
fisica (brutto ceffo, sempre cencioso e sporco di sabbia), psicologica (torvo, ringhioso e selvatico)
e sociale (emarginato e vilipeso da tutti).Malpelo è un personaggio statico, anche se si avverte in lui il seme di un cambiamento interiore.
E’ una persona emarginata e denigrata dalla società in cui vive, chiamato così a causa dei capelli
rossi che, secondo le superstizioni dell’epoca, sono riconducibili alla sua presunta malignità e
cattiveria. Subisce violenze sia alla cava che in famiglia, dalla madre ("non aveva mai avuta una
carezza da lui, e quindi non gliene faceva mai") e dalla sorella ("gli faceva la ricevuta a
scapaccioni"). Ben tre morti scandiscono la sua "educazione sentimentale" (il padre, il Grigio e
Ranocchio). Così, divenuto "saggio", rovescia sui più deboli (Ranocchio e il Grigio), a fine
"pedagogico", la violenza che riceve dai più forti. Nonostante questo Malpelo avverte, anche se
confusamente, che c’è la possibilità di un mondo diverso, al di fuori di quello in cui vive.
Nel Sud Italia, più precisamente in Sicilia, c’erano i Carusi, bambini che lavoravano nelle miniere di zolfo e che a causa della fatica e degli stenti avevano il corpo deformato .Si chiamavano così perché facevano lo stesso lavoro degli asini,cioè portavano la roba pesante sulle spalle,alcuni di loro erano addetti ad aprire e chiudere le porte che separavano i settori della miniera.Lavoravano circa dodici ore al giorno e la notte non tornavano a casa ma dormivano nella miniera in un piccolo buco buio con poca aria. Quando uscivano, dopo diversi, giorni non riuscivano nemmeno a sopportare la luce.
I Carusi, secondo la legge, dovevano andare a lavorare nelle miniere di zolfo a dodici anni, ma chi proveniva da famiglie molto povere era costretto ad andarci prima.