ti scrivo un'intervista a vasco rossi..
Sembri uno sicuro di sé, in realtà sei un timido.
«Vero, ho dovuto sforzarmi parecchio. Ho dovuto violentarmi. In passato mi ubriacavo già dal giorno prima per trovare il coraggio di affrontare il pubblico. Poi ho capito che avevo più paura del fantasma della realtà che della realtà stessa. Oggi cerco in tutti i modi di distrarmi e di non pensarci fino a quando salgo sul palco. A quel punto, dopo un primo momento di puro panico, la concentrazione e la musica prendono il sopravvento e non ho più il tempo di pensare. Ho una teoria sulla timidezza. Penso sia una forma di egocentrismo che ti fa bruciare il 70 per cento delle energie per niente. à quasi una malattia. Da ragazzo non volevo entrare al cinema con la luce accesa, un amico mi diceva: “Ma chi pensi di essere, non sei mica al centro dell’universo, la gente ha ben altro a cui pensare”»
Una volta hai detto che a 12 anni eri convinto che il mondo fosse nato con te, non prima.
«Quando studiavo storia a scuola non la distinguevo molto dalle favole. Oggi mi piace leggere libri di storia e di filosofia. Aiutano a dare una collocazione più sensata alla propria esistenza. Crescendo si impara»
Hai raccontato anche di aver sofferto molto per amore. Dobbiamo crederci?
«Be’, fino a un certo punto sono stato anch’io un uomo comune. La prima delusione l’ho avuta a sei anni: lei mi lasciò per un villeggiante che arrivava da Bologna. Poi ce ne sono state altre, ma la più scottante è arrivata a vent’anni: quella storia mi annientò, così per parecchio tempo ho preferito avere solo rapporti che non andassero oltre l’atto sessuale»
Da vent’anni, invece, vivi con Laura, madre di uno dei tuoi tre figli. Perché non l’hai mai sposata?
«Perché le complicazioni burocratiche mi spaventano. Ma il nostro legame è più sincero così: ogni giorno ci confermiamo il patto che ci unisce. Luca è molto importante nel nostro progetto e considero Laura a tutti gli effetti mia moglie»
Da ragazzino chi erano i tuoi idoli?
«Little Tony e Gianni Morandi. Nei concorsi cantavo Riderà e In ginocchio da te. Per noi italiani Little Tony era l’equivalente di Elvis Presley. Io Presley l’ho scoperto dopo. E ai tempi dell’università a Bologna ho iniziato ad ascoltare i Genesis, i Pink Floyd, i King Crimson. Gli unici che conoscevo già da ragazzino erano i Rolling Stones, perché un mio amico aveva i loro dischi»